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I 7 VIZI GASTRONOMICI / Gli agrumi, prelibatezza introdotta dagli Arabi nella penisola italiana

UMBRIA7 CON GUSTO | Una storia che inizia nella zona collinare e la pianura circostante il rilievo vulcanico dell’Etna

di Diego Diomedi

Prosegue il viaggio di Umbria7 nei 7 VIZI GASTRONOMICI, un tour nel mondo del gusto attraverso i sette vizi capitali. Si pensi a un pranzo o ad una cena, possibilmente tra amici, conoscenti o addirittura parenti. I 7 vizi, sotto forma gastronomica, usciranno tutti. Dalla gola all’invidia, dall’accidia all’avidità. Basta un banchetto per poter rappresentare i peccati capitali. Ma perderli è proprio un peccato…

Gli agrumi sembrano da sempre presenti nelle nostre campagne, soprattutto nel Sud Italia. In Campania i limoni sono un vero e proprio vanto, ancor di più le arance in Sicilia che catturano veramente l’attenzione di migliaia di persone tutti i giorni. In tutta la regione, ma soprattutto a Catania, c’è una importante tradizione dell’aranciata prodotta con le arance fresche siciliane.
È possibile girare al mercato o per le vie catanesi imbattendosi in un venditore di succo d’arancia fresco.
Questa preziosa e goduriosa tradizione è secolare, ma ancora una volta, non grazie agli italiani o in questo caso ai siciliani.
Sono gli Arabi ancora una volta ad introdurre una novità nella penisola italiana. Insieme alla pasta, alcuni tipi di verdure e molto altro arrivano gli agrumi.
Sembra che gli agrumi giungano in Sicilia tra il VIII e il IX secolo. Come riporta Bevilacqua, saranno il cedro, l’arancio amaro, il limone, la lima, il pomelo i primi ad arrivare sulle tavole siciliane. (1)
Come afferma sempre Bevilacqua, alcuni agrumi avevano già visto il suolo italiano. Già i romani conoscevano il cedro, il quale grazie ai molteplici scambi commerciali giunse in Italia. Il successivo periodo di decadenza però portò ad un impoverimento e dunque saranno gli arabi a riportare in auge determinate attività o prodotti, oltre alle tantissime innovazioni. Il limone per esempio piano piano, nel risalire la penisola, trova il suo luogo ideale in Campania dove molte località sono note per la produzione di questo agrume.
Sempre Bevilacqua:

Gli agrumi operarono in Sicilia e poi nel resto del Sud un significativo mutamento nel paesaggio. (2)

Gli Arabi, oltre ad aver portato o riscoperto prodotti, hanno trasmesso molte tecniche, soprattutto inerenti all’irrigazione dei campi. Per questo in Sicilia è stato possibile l’acclimatazione di alcune piante fuori dai canoni nazionali e succede ancora oggi con le nuove piantagioni di avocado. Alimento molto discusso, l’avocado vede la maggior parte della produzione in Messico dove però ha attirato l’attenzione dei cartelli della droga messicani dando il via a una piccola guerra civile unidirezionale dove malviventi uccidono, sequestrano terreni e bruciano campi alla popolazione contadina per appropriarsi con la forza di terreni di avocado o destinati alla coltivazione di questo prodotto.
Tornando agli agrumi, secondo ciò che viene scritto da Massimo Montanari, gli agrumi sono originari dell’estremo oriente, della Cina, dell’India e via dicendo. Dice anche che il cedro era conosciuto già dai romani, lo sappiamo grazie a delle ricette che Apicio sviluppa con tale frutto. (3)
Montanari spiega anche come i due sistemi maggiormente usati per piantare gli agrumi furono quello della talea e quello della margotta. L’arancia dolce invece giunge in Europa e in Italia molto più tardi, intorno al XIV secolo. (4)
Parlando di arance, non possiamo non tornare in Sicilia, dove troviamo due importanti riferimenti a marchio delle arance siciliane, vere e proprie delizie. La prima, forse la più conosciuta, è l’arancia rossa di Sicilia IGP. Le tre varietà sono: moro, tarocco e sanguinello.
Nella descrizione del sito internet del Consorzio di tutela Arancia rossa di Sicilia, troviamo un piccolo riferimento al mondo arabo senza però, forse volutamente, scendere nel dettaglio il quale spiega il perché in Sicilia si coltivino arance. Ecco cosa scrive il consorzio:

La coltivazione delle arance in Sicilia è antichissima e ne abbiamo notizia fin dal dominio Arabo. In particolare, la zona collinare e la pianura circostante il rilievo vulcanico dell’Etna si è andata caratterizzando e specializzando in una coltivazione del tutto particolare. (5)

Cito ancora una tipologia di arance siciliane: Arancia di Ribera DOP. Non molto conosciuto questo prodotto, ma è uno dei prodotti a marchio DOP della regione Siciliana.
La storia degli agrumi in Italia è una vicenda interessante con la quale abbiamo solo potuto stuzzicare l’interesse. Una ulteriore sfaccettatura di un prodotto che ha avuto successo non essendo, almeno all’inizio, farina del nostro sacco.

1 P. Bevilacqua, Felicità d’Italia, cit., p. 33.
2 Ivi, p. 34.
3 M. Montanari, Il mondo in cucina, Laterza, Bari, 2002, p. 12.
4 Ivi, p. 14.
5 La storia, sito internet Consorzio di tutela Arancia rossa di Sicilia (https://www.tutelaaranciarossa.it/la-storia-arancia/).

Diego Diomedi vive a San Gemini, in Umbria. Storico dell’alimentazione e della gastronomia, collabora con “Umbria 7”, “Guide di Repubblica” e “Gambero rosso”. Ha preso parte come moderatore e come relatore a numerosi convegni e tenuto lezioni su tematiche enogastronomiche nelle scuole, all’Università e centri di formazione. Alunno di Massimo Montanari all’Università di Bologna, i suoi principali campi di ricerca sono la storia e l’antropologia alimentare. Collabora inoltre con diverse testate d’informazione. Per Edizioni Thyrus ha curato il libro “Conversazioni dantesche”.

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