M.BRUN.
ASSISI (Perugia) – C’erano tutti. Proprio tutti gli imprenditori umbri. Il presidente confermato di Confindustria, esterna poco, pochissimo. Ma i rapporti interni sono al top.
Ecumenico, inclusivo, cita, con sacrosanto applauso, una cena con 500 soci, che lo hanno appena incoronato per la riconferma.
Perché la riconferma dopo due anni è scontata, ma l’incoronazione no.
Plebiscito esteso al vicepresidente Gianmarco Urbani.
Iniziamo però da chi mancava al gran summit dell’Assemblea annuale di Confindustria al Lyrick di Assisi: il sindaco di Terni, Bandecchi.
Poi inizio con la minoranza, come giusto: Tommaso Bori e Sarah Bistocchi, Zuccherini e Walter Verini, la storia del Pd, e una solare Simona Meloni, il Pd vincente del Trasimeno.
Ora la maggioranza in pompa magna: Donatella Tesei, che si prende l’unico grande endorsement, senza se e senza ma del sanfrancesco presidente Briziarelli, che, visto il suo consenso, è nome di tutti gli industriali umbri.
Con lei c’è tutta la giunta regionale, Morroni, Melasecche, Fioroni, Paola Agabiti Urbani (passerà in Fdi? Non passerà? E soprattutto quando passerà).
L’intero schieramento dei parlamentali di centrodestra. In prima fila il sottosegretario Prisco e segretario regionale del primo partito per distacco (Fdi) dell’Umbria (oltre che d’Italia). Il quale ha sempre l’espressione di chi è lì un po’ per caso, mentre è il politico più potente e corteggiato di queste parti.
Stipati poi uno accanto all’altro ecco Nevi impeccabile, Caparvi casual, Zaffini sempre più sanità nazionale, Peppucci.
Quindi il presidente Marco Squarta, la Pace. Il neo esponente del centrodestra Andrea Fora non lontano da Andrea Romizi in cravatta che è già un avvenimento. Quindi, dal Comune di Perugia, Arcudi, Bertinelli, Renda.

Gli industriali ci sono proprio tutti, per cui “occhio di bue” sui primi due. Carlo Colaiacovo, il numero uno (fatturato 1,2 mld con Financo). Prima fila dalla parte del presidente nazionale Bonomi. Abito scuro e cravatta. Sul genere tradizionale sorridente.
Dall’altra parte, nella prima fila di Tesei e prefetto, Brunello Cucinelli, secondo fatturato tra gli industriali umbri a un passo dal miliardo. L’unico in total look chiaro, barba di tre giorni, camicia sbottonata, capello accuratamente arruffato, che è tutto un messaggio giovanilista. The wind of Solomeo.
Non fosse che anche il sindaco di Assisi e presidente della Provincia di Perugia. Stefania Proietti, avesse scelto un tailleur color crema, sarebbe stato l’unica macchia chiara nel primo blocco blu e grisaglia del teatro Lyrick.
Tra tutti gli altri industriali citazione d’obbligo per il terzo dell’Olimpo industriale umbro, la novità Matteo Minelli, forte dei suoi 40 anni e poco più, low profile, look strategico da new generation di imprenditori con paricollo da ragazzo, Appennino style, 900 milioni e oltre di fatturato. Quello titolato a raccogliere la staffetta delle generazioni degli attuali patriarchi.
Finale: Briziarelli ha scelto di farsi salutare, lui e gli ospiti, da un Leonardo da Vinci, a tutto schermo, in intelligenza artificiale version. Avesse sentito i suoi tre figli – che ha poi citato – forse lo avrebbero ammonito: papà, con l’intelligenza artificiale si può fare di meglio.






