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Life blue lakes: a Terni tre giorni di lavoro di monitoraggio delle microplastiche

Tra la sede Arpa Umbria e il lago di Piediluco

R.P.

TERNI – Tre giorni di studi e monitoraggio delle microplastiche nelle acque dei laghi a Terni con Arpa Umbria e con l’agenzia nazionale per le Nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Un vero e proprio corso di formazione finalizzato alla condivisione del protocollo standard Blue lakes che si terrà dal 26 al 28 settembre e dal 3 al 5 ottobre tra il laboratorio della sede Arpa Umbria (per lezioni frontali) e il lago Piediluco (per l’attività di campionamento).

Il corso rivolto ai tecnici e personale delle agenzie Arpa e Appa di tutta Italia, visto il numero elevato di adesioni, sarà effettuato in due diverse sessioni settimanali. Per ciascuna di queste, è prevista un’attività di formazione in aula seguita da azioni dimostrative, sia di campionamento delle acque del lago Piediluco, area pilota del progetto Life blue lakes, sia di pretrattamento e analisi dei campioni presso i laboratori di Terni.
Il progetto punta a ridurre e prevenire la presenza di microplastiche nei laghi, sviluppare protocolli condivisi di campionamento e azioni di promozione di buone pratiche da estendere a istituzioni, enti e autorità locali, aziende e cittadini. La definizione e la diffusione di un protocollo armonizzato di monitoraggio delle microplastiche nei corpi idrici lacustri è tra le azioni di progetto che Enea, in qualità di responsabile scientifico, in collaborazione con Arpa Umbria e Legambiente, coordinatore del progetto, stanno eseguendo nelle tre aree pilota di Bracciano, Trasimeno e Piediluco.
Nel corso delle giornate formative saranno condivisi con i tecnici delle agenzie le attività e i risultati raggiunti nel corso del progetto. Un importante momento di confronto sarà dedicato all’illustrazione del protocollo di monitoraggio delle microplastiche nelle acque superficiali, sulla colonna d’acqua e nei sedimenti delle spiagge lacustri. Il protocollo, messo a punto nel 2021 e testato nel 2022 con una campagna di campionamento nei laghi pilota, sarà al centro di uno scambio di esperienze, funzionale alla costruzione di una rete di monitoraggio e all’armonizzazione delle metodologie, utile per lo sviluppo di programmi di monitoraggio delle acque interne.
Tali programmi di monitoraggio sono necessari per dare misura delle fonti di origine terrestre, prerequisito per il raggiungimento entro il 2030 dell’obiettivo 14.1 di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: “prevenire e ridurre significativamente l’inquinamento marino di ogni tipo, in particolare dalle attività a terra, tra cui detriti marini e inquinamento da nutrienti”.

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