di Marco Brunacci
PERUGIA – Lasciamo da parte le questioni strettamente tecniche per finanziare la ripartenza. E pure quelle politiche (dal valore di 50 milioni, l’area nel 2019 era valutata zero, dopo una serie di iniziative sbagliate da parte delle amministrazioni regionali passate).
Ora il tema è questo: Donatella Tesei in prima persona ha vinto lo battaglia, insieme con Amco, per salvare dal degrado l’area dell’ex ospedale di Perugia, Monteluce.
Ha detto Tesei: «Con coraggio e tenacia». E questo è sacrosanto. Ha convinto tutti a fare un’operazione delicatissima ma semplicemente fondamentale per il futuro di Perugia e non solo.
E’ riuscita a far saldare il debito con ditte e fornitori, tutti locali, che temevano il peggio.
E’ riuscita a far garantire dal rinnovato Fondo Monteluce 12 milioni di investimenti.
Si sa che si parte a gennaio con viabilità e parcheggi, si passa per la Casa della salute, e si arriverà ragionevolmente a una quota (forse neanche piccola) di edilizia abitativa di pregio.
Lo sapete cosa manca per dire “missione compiuta” a Monteluce?
Che ci siano perugini e umbri, operatori e stakeholder (come si dice oggi) disposti crederci e a investirci.
È l’ultima scommessa. Ma questa sarebbe colpevole e inammissibile pigrizia.
Si è visto qualcosa del genere con l’aeroporto, altro onore e vanto di Tesei e giunta regionale: il Comune di Perugia ha avuto un attimo di sbandamento ma ha capito che deve trovare i soldi per un moltiplicatore di turisti in città, come l’aeroporto, senza eguali. Ad Assisi continuano a fare orecchie da mercante.
Monteluce sarà la cartina di tornasole della voglia di Perugia e dell’Umbria di tornare a crescere. Approfittando delle occasioni. Non aspettando sempre la manna dal cielo (e qui di manna ne è comunque arrivata).