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Terni/Il centrodestra tra Masselli «candidato vincente» e Latini con la Lega divisa e l’Inner circle che non vuol mollare

SPOTLIGHT DI MARCO BRUNACCI | La sproporzione tra le due proposte rende incomprensibile la posizione di Caparvi e, alla fine, apre anche a una (logica) prospettiva di doppia candidatura. Il sindaco uscente parte da meno del 7%, l’assessore al bilancio da più del 31% di Fratelli d’Italia

di Marco Brunacci

Cosa sta succedendo nella coalizione di centrodestra a Terni? Ecco la situazione:

1.Fdi, come primo partito della coalizione, d’intesa con Roma, ha, attraverso il suo segretario regionale Franco Zaffini, “offerto alla coalizione” la candidatura a sindaco di Terni di Orlando Masselli. «Cambiamento nella continuità come chiesto dalla città.» Lasciando intendere che la candidatura Latini non era più praticabile per errori suoi che avevano portato a lacerazioni con il suo partito, la coalizione e la città. E nel contempo, come primo partito per distacco, Fdi chiede agli altri di dare il loro consenso come «Fdi ha fatto quando i rapporti di forza erano diversi» (parole di Zaffini).

2.Il segretario regionale della Lega, Caparvi, di fronte a questo chiarissimo monito, cosa fa? Ripropone la candidatura Latini. La qual cosa può essere – come dire – un atto dovuto e allora può avere un senso. Se invece è un tentativo di difesa a oltranza di Latini, questo comporta conseguenze. Fino a far balenare all’orizzonte la doppia candidatura del centrodestra, anche se Roma non l’ha ancora autorizzata contando sulla ragionevolezza dei contendenti. Ma la sproporzione tra la proposta di Zaffini e la pretesa di Caparvi è evidente.

3.Tolta di mezzo la storia della conferma dei sindaci al primo mandato che, nella situazione umbra, è da considerarsi una amenità, la questione è una e una soltanto: di chi è il candidato Latini per opporsi a Masselli? È il quesito posto già ieri da Umbria7 ma è cruciale.

Vediamo:

a. Latini è il candidato della Lega. Di quale Lega? Quella di Terni, alla quale appartengono i 6 (sei) consiglieri comunali che hanno annunciato che non intendono votare il bilancio di Latini? Della Lega di Terni, che ha avuto riunioni tumultuose e affatto favorevoli al sindaco, e che, comunque, tutta insieme, ha preso il 7,88% alle ultime Politiche a Terni contro il 31,72% di Fdi?

b. No, magari è il candidato della Lega dell’Umbria indicato dai dirigenti regionali, i quali dovrebbero però essere i primi – se la politica ha un verso – a capire che Fdi è in una situazione insostenibile: ha preso una valanga di voti alle ultime elezioni e non ha alcun sindaco nei Comuni sopra 15 mila abitanti, nessun presidente di Provincia e nessun rappresentante nel governo della Regione.

c. Magari invece è il candidato di coloro (una manciata di persone) che hanno fisicamente firmato gli appelli per la sua candidatura e che il segretario regionale Caparvi ritiene siano quelli da ascoltare nella Lega o anche solo vicini alla Lega, quando non sono iscritti. Non sfugge che sono per buona parte personaggi (sicuramente eccellenti) che hanno avuto un ruolo che gli è stato affidato da Latini. Sapete che c’è? Gli assessori o i nominati ai vertici di società partecipate vogliono confermare il sindaco che li ha scelti e lo dicono. Niente di più legittimo. Ma non trovate che sarebbe sorprendente il contrario, no? E però, allora: davvero questo minimo “Inner circle” è sufficiente a blindare una candidatura?

d. Per concludere: può un candidato che ha queste fragilità rappresentare tutto il centrodestra? O, ammesso che ci riuscisse per non si sa quale accordi di vertice in questo momento inimmaginabili, avrebbe una minima possibilità di successo? Partirebbe da una base di molto meno del 7% (la Lega divisa). Chi vuol scongiurare scenari da Città di Castello non ha ben capito che in quel caso le forze in campo erano proporzionate tra Lega e Fratelli d’Italia. Qui la Lega è ridotta ai minimi termini ed è pure divisa. Non a caso Zaffini ripete che «Masselli è una candidatura sicuramente vincente». E su Latini non si esprime.

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