di Marco Brunacci
Il mondo dei ragazzi, ma anche dei bambini? Un luogo nel quale uno su 4 soffre di disturbi legati alla depressione. Uno su cinque di ansia. Lo dice uno studio della Società di neuropsicofarmacologia (Sinpf). C’è stato un incremento, dovuto anche al Covid, ma non solo, del 6% del consumo di psicofarmaci tra i minori.
Ecco un esempio di quando si dice che ci sono esigenze vere e profonde della società in cui viviamo e non sempre diventano emergenza come sarebbe invece necessario. Talvolta per pigrizia mentale, altre volte però anche perchè non si trasformano in consenso.
La sensibilità di un pediatra-vicesindaco ha permesso al Comune di Perugia di essere all’avanguardia su questo fronte che sta diventando in tutta Italia una questione primaria sulla quale intervenire.
“Ottavo segno” è il nome del progetto, voluto da Gianluca Tuteri, diventato operativo con i fondi della Regione e di Fondazione Perugia, e che offre sostegno psicologico gratuito ai ragazzi dai 14 ai 19 anni (tenendo presente che le necessità iniziano anche prima di questa età).
Umbria7 ne ha già parlato. Ora torniamo a raccontare che ci sono quasi 1500 interventi effettuati da questo Servizio, partendo da aprile 2022, e un numero sempre crescente di famiglie che ci fanno riferimento, nonostante resista una sorta di ostacolo, per l’appunto, “psicologico” ad usarlo. Un pregiudizio che non ha alcun senso, ma che porta famiglie a non intervenire quando sarebbe invece possibile farlo con successo.
In Italia, l’Umbria di fatto è la prima Regione, attraverso il Comune di Perugia, a passare dalle parole ai fatti e a far funzionare un Servizio coerente rispetto alla necessità.
Ora se ne stanno accorgendo tutti. Il Covid ha solo esasperato i problemi che erano già tanti, ma a volte latenti.
Il Governo nazionale si è posto la questione e il ministro della salute Schillaci ha messo a disposizione un bonus psicologico (parte a giugno) che ha però un budget assolutamente insufficiente: solo 5 milioni per tutte le regioni.
Almeno ha il merito di aver dato rilievo alla questione. Ora sta alla miglior politica (e alla migliore amministrazione) trasformare l’allarme sociale in intervento sul campo.
Magari seguendo l’esempio di Perugia, che ha un format semplice ma molto efficace, facilmente esportabile in qualunque realtà, come sottolinea il pediatra-vicesindaco Tuteri.