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Il futuro di Bandecchi (a Terni, in Umbria e in Italia) nelle mani della sinistra (e un po’ in quelle dei “maghi-merlino” delle pozioni avvelenate del centrodestra)

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | I leader del Pd ternano decisivi nell’aprire il “Vaso di Pandora” bandecchiano, rifiutando ogni alleanza. Ora molto dipende dall’elettorato di sinistra. L’esemplare analisi di Marina Sereni e il segretario Spinelli ultimo giapponese

di Marco Brunacci

PERUGIA – Può sembrare curioso, ma i leader della sinistra ternana sono stati i veri artefici del successo di Bandecchi e ora gli elettori di sinistra decideranno se diventerà quello che il brillante e sicuramente speciale imprenditore livornese intende diventare, come esplicitamente detto nel dibattito tra candidati sindaci al Rotary: «Prima sindaco di Terni, poi in Europa, poi alla Regione Umbria e poi a livello nazionale».

Dati alla mano, lo abbiamo detto e ripetuto fino alla noia, un’aggregazione tra Pd e Cinquestelle che ragionevolmente avrebbe portato la lista di Cianfoni a cercare un’intesa, oggi era al ballottaggio con 5-7 punti in più di Bandecchi, che pure ha avuto una performance eccellente.
Umbria7 ha scritto una mezza dozzina di articoli per dire che i livelli nazionale (Schlein) e regionale (Bori) ma pure quello provinciale chiedevano al Pd ternano di andare a trattare con M5s. Il leader di M5s De Luca ha dato tutta la sua disponibilità. Insieme a lui gli altri delle formazioni più piccole.
Risultato: la sinistra nel suo insieme ha permesso a Bandecchi di diventare l’alternativa (di centrodestra) al centrodestra ufficiale, in una città dove il centrosinistra non va al ballottaggio. E – tanto per dare un respiro nazionale a questo capolavoro di autolesionismo – va aggiunto che si tratta dell’unico caso in Italia.
Gli strateghi della “via ternana al socialismo” hanno aperto il “vaso di Pandora” Bandecchi. Ora l’elettorato di sinistra ternano ha nelle mani la possibilità di contribuire in maniera determinante alla sua diffusione. «A Terni, in Regione, a Roma, in Europa», come dice il brillante leader.
Non serve la palla di vetro, basta fare due conti. A sinistra sta più di un terzo dell’elettorato votante a Terni. Ed ha tre opzioni.
A. Andare al mare (sperando che il diluvio di oggi si plachi).
B. Votare per Bandecchi per far crollare il centrodestra ternano, in attesa che crolli quelli regionale e sperando che Bandecchi duri poco (ma quest’ultima è un’ipotesi di pura fantasia politica).
C. Turarsi il naso, ma anche gli occhi e pure le orecchie, e votare Masselli per richiudere il vaso di Pandora che a sinistra hanno aperto e fermare “il nuovo Berlusconi”, come si è definito il presidente della Ternana.
Nell’ipotesi A e tanto più in quella C a Terni non succederà molto. Nell’ipotesi B l’annunciato (da Umbria7) tric trac del Bandecchi in action sarà in grado di stupire con gli effetti speciali qui e altrove.
La scelta A però non metterebbe del tutto al riparo il candidato Masselli. Senza (in buona parte o tutto) l’elettorato di sinistra, la palla tornerebbe nel campo del centrodestra, anche quello dei piccoli Richelieu del voto disgiunto, di chi ha fatto votare Fdi e non Masselli ma Bandecchi (poco meno del 3%, un’enormità), della campagna elettorale – se l’ha fatta – difficile da percepire del sindaco uscente della Lega Latini, degli assessori regionali (Melasecche, Agabiti) che per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana non “portano” neanche un consigliere comunale, che sia uno, su centinaia in campo.

Passasse a sinistra l’ipotesi A, si capirà se l’obiettivo dei maghi Merlino che almanaccano distillando pozioni avvelenate è quello di tornare all’opposizione prima possibile. Partendo da Terni, ma subito dopo in Regione e altrove.
Come tante volte detto e ripetuto da Umbria7, il banco di prova elettorale di Terni è decisivo per l’Umbria. Con l’inarrestabile ed empatico presidente Bandecchi, campione del peronismo fatto in casa, diventa perfino un test con valenza nazionale.
Abbiamo tenuto per ultima, e riportiamo qui di seguito in maniera integrale, la prima presa di posizione ufficiale di esponente del Pd che è di Terni ma ha responsabilità nella nuova segreteria nazionale della Schlein. L’intervento è esemplare per lucidità nell’analisi e chiarezza nelle conclusioni.
Dice in sintesi: grazie Kenny, grazie candidati, ma il Pd ha perso perchè non ha interpretato bene il malessere e il disorientamento della città. Questa sconfitta non si può archiviare con un’alzata di spalle. E invita a costruire, dall’opposizione, una alternativa credibile alla “destra e al populismo”.
Domanda: dopo questo, il segretario del Pd ternano Spinelli darà le dimissioni o resterà a presidiare la sede, armato di colubrina e forte di un’analisi del voto che neanche un venusiano cecato poteva fare, da ultimo dei giapponesi?

ECCO IL POST DI MARINA SERENI

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