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Muore in carcere per soffocamento un detenuto di origine marocchina

Ennesima tragedia a Sabbione, il 35enne era stato trasferito da un istituto toscano

TERNI – Un’ altra tragedia nel carcere di Terni poche ore dopo l’aggressione ad una infermiera. Un detenuto,  Abdelilah Ait El Khadir, muore  per soffocamento in seguito ad un incendio nella sezione G della casa circondariale di Sabbione la sera di martedì 30 maggio

«Siamo amareggiati.  Questa è una tragedia annunciata ed è anche la conseguenza di una sottovalutazione alle continue sollecitazioni di intervento per il Sabbione che il Sappe fa da mesi e mesi. Un uomo che perde la vita durante la detenzione è sempre una sconfitta per lo Stato: e questo nonostante il personale di Polizia Penitenziaria abbia fatto di tutto per evitarlo». E’ il commento di Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), alla tragedia avvenuta a Terni. 

«L’uomo deceduto è uno straniero, con problemi psichiatrici, che ha dato fuoco a tutto quello che aveva in cella ed in pochissimo tempo è stato sopraffatto dalla fiamme e dal denso fumo nero che si è propagato. A fatica i poliziotti presenti e quelli arrivati di rinforzo, anche liberi dal servizio, sono riusciti a intervenire, rimanendo anche intossicati, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Non vi erano avvisaglie che il detenuto avrebbe potuto compiere l’insano gesto. Era stato assegnato qui dal Provveditorato regionale della Toscana e l’altro ieri aveva avuto una udienza in Liguria», prosegue. «Siamo inca..volati neri perché questa è una tragedia avvenuta nel contesto di una situazione penitenziaria assai critica che da mesi denunciamo e rispetto alla quale nessun intervento è stato mai adottato. Il Sabbione è una polveriera, lo denunciamo da mese, e dicemmo anche che continuando così sarebbe accaduto l’irreparabile: cosa avvenuta ieri sera con la morte dell’uomo nonostante il tempestivo intervento degli Agenti. I vertici dell’amministrazione penitenziaria della Toscana, da cui dipende l’Umbria, si devono dimettere per le loro incapacità a dare soluzioni ai problemi penitenziari umbri e della polizia penitenziaria che nelle carceri regionali lavora. Il Dap mandi subito una visita ispettiva in carcere ed accerti tutto ciò che il Sappe denuncia da mesi, senza però avere visti gli auspicati provvedimenti correttivi!». 

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