m.brun.
TERNI – Terzo mese di Stefano Bandecchi sindaco di Terni, stato dell’arte.
Si può pensare di tutto sulla figura di Stefano Bandecchi, ma non che ultimamente non faccia una vitaccia.
Dal Tip tap Tpl al Melasecche-gate, tutti i giorni costretto a inventarsene una per stare sul palcoscenico. Non escludiamo che ci trovi qualche soddisfazione, ma ne deve pensare una quantità.
Sul Tpl era partito in quarta: il Comune di Terni farà una gara autonoma rispetto a quella della regione. Solo il Signore sa come sia possibile, però Bandecchi ha ballato per una settimana e si è esibito in un curioso tip tap. Prima ha deciso, poi non si sa bene quando ne discuterà il consiglio comunale. Ma potrebbe anche discuterne tra molto tempo o mai. E comunque la finalità e scopo era quello di difendere gli studenti ternani e gli utenti deboli della seconda città dell’Umbria. Quindi si poteva pensare anche un accordo con la Regione.
Un moto di scampato pericolo era già passato tra i cittadini umbri: il “Tip tap Tpl” – tacco-punta, faro a occhio di bue, applausi a scena aperta – sembrava così terminato.
Poi però il «perugino di m…», come graziosamente definisce l’assessore regionale al ramo trasporti un raffinato (di sicuro uno di centro) commentatore dei post del vicesindaco Corridore, ha provato a dirsi allibito e sconcertato per quello che accade a Terni, dando voce al sentimento anche di qualcun altro.
Ma il Melasecche infila nel suo post una battuta che cambia di nuovo la storia e la nostra vita di cronisti. Parla di Bandecchi e di «soldi facili».
Non l’avesse mai fatto. Bandecchi si trasforma in men che non si dica nella Signorina Rottemeier che insegna le buone maniere alla piccola Heidi (sì, nel ruolo, vogliate gradire l’assessore Melasecche) e soprattutto il modo in cui si parla e le parole che le signorine e i signori perbene devono usare in società.
Uno potrebbe dire: ma chi? quello lì? Sì, è così. Punto e stop.
Ora noi siamo disposti a sottoscrivere dichiarazioni giurate – pur non sapendone alcunché – sul fatto che i soldi di Bandecchi siano difficili, difficilissimi, e con noi, siamo sicuri, tanti ternani, ma ormai tutto è inutile.
Il sindaco di Terni minaccia di portare lo Sventurato Enrico in Procura, fa partire la lettera con la richiesta di defenestrazione immediata alla Tesei (per fortuna che sta solo al primo piano), ingiunzioni alla Lega di passarlo per le armi.
Non si sa che il Tip tap Tpl, che era nato per difendere i poveri ternani, continuerà ma adesso per ottenere la testa del Melasecche, che ormai tutti già chiamano Cavaradossi (quello che nella Tosca esce di scena cantando: «E muoio di-spe-ra-to»).
Si sa però che Bandecchi anche oggi, con fatica e impegno, è riuscito a inventarsi quel che gli serve per stare sul palcoscenico.
Ed è già pronto – ma che fatica – a tirar fuori dal cilindro altre irresistibili trovate. Qualche spoiler lo ha dato in varie dichiarazioni. Ha accennato, per esempio, che vuol bonificare il sottosuolo di Terni (appena – ovvio – trova qualche 100 miliardi invece degli 100 milioni che aveva chiesto all’Enel tra l’ilarità generale).
Ma su una cosa Bandecchi è davvero l’uomo del fare: nell’andare d’amore e d’accordo con quel tal Stefano Bandecchi, che si chiama come lui, ed è il proprietario di Unicusano.
Anche senza parlarsi trovano subito un’intesa.
Le panterine delle guardie giurate di Unicusano sono già schierate sulla pubblica piazza, la gestione del palasport (di tutti i ternani) sarà affidata a una società che ha per amministratore delegato uno con lo stesso nome e cognome del sindaco di Terni. Fatti non parole.