PERUGIA – Dal primo ottobre è ufficialmente visitabile la mostra “Il Perugino di San Pietro”. Promossa dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria e dall’Università degli Studi di Perugia, l’esposizione è allestita nella Galleria Tesori d’Arte, situata nel suggestivo complesso monumentale di San Pietro. La mostra nasce con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del celebre pittore Pietro Vannucci, noto come “il Perugino”, attraverso l’importante partecipazione del main sponsor, Brunello Cucinelli Spa, e il determinante sostegno del GAL Media Valle del Tevere.
All’interno della mostra, è possibile ammirare una parte dell’Ascensione di Cristo, dipinta dal Perugino per la Basilica di San Pietro a Perugia. L’opera fu commissionata dai monaci benedettini nel 1495 per il loro altare maggiore ed era una pala d’altare imponente, coronata da un Eterno benedicente con una predella contenente 11 scomparti, tra cui l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione, il Battesimo e sei santi benedettini, oltre a san Costanzo e sant’Ercolano, i patroni di Perugia.
La mostra “Il Perugino di San Pietro” per la prima volta riunisce tutti e undici gli scomparti della predella: questi dipinti rappresentano alcune delle opere più spettacolari del Perugino, con colori vibranti, forme realistiche e paesaggi sorprendentemente luminosi e moderni.
La mostra offre non solo l’opportunità di ammirare queste opere a lungo disperse, ma anche di approfondire la conoscenza dei dipinti, portando a nuove scoperte. Tra queste, la distinzione tra i due santi patroni raffigurati nella predella: sant’Ercolano e san Costanzo. Grazie agli studi condotti in occasione della mostra, si sono raggiunte nuove e definitive conclusioni sulla loro identificazione.
Si è scoperto che sant’Ercolano è raffigurato come il santo vescovo nell’atto di leggere il libro sorretto con la mano sinistra, confermato da confronti iconografici con altre opere presenti a Perugia. Questa scoperta ha destato interesse, specialmente nella comunità locale.
Sant’Ercolano, oltre che protettore spirituale della città, è passato alla storia soprattutto come defensor civitatis, rendendosi protagonista e martire cittadino durante il famoso assedio operato contro Perugia da Totila, re dei Goti. Pertanto il legame tra la città e questo patrono è da sempre molto forte. A testimonianza di questo va assolutamente citata la vetrina del noto locale “Sandri”, vero e proprio pilastro del centro cittadino, che non solo ha celebrato la mostra con vari richiami alle opere esposte, ma ha anche omaggiato Sant’Ercolano, e la scoperta che lo riguarda, con l’ideazione di un dolce dedicato proprio al patrono: le “lasche di Sant’Ercolano”.
L’ideazione ha preso spunto da una nota novella tramandata dal Sacchetti nella sua opera, Il Trecentonovelle, in cui il pittore fiorentino Buffalmacco, trovandosi a Perugia per dipingere un’immagine di Sant’Ercolano, si trovò a dover fare i conti con l’invadenza dei perugini, impazienti di vedere completata l’opera. Esasperato dall’atteggiamento dei cittadini, decise di giocare loro uno scherzo: raffigurò il santo con un’aureola fatta di lasche (pesce del Lago Trasimeno, del quale i perugini erano noti consumatori), per poi fuggire dalla città.



