di Marco Brunacci
TERNI – Borsino dei candidati sindaco a Terni.
1.L’uscente Lallo Latini, in una nota, fa sapere che non apprezza le immagini legate ai listini borsistici, e poi annuncia – sembra di capire – la volontà di candidarsi ugualmente con una lista sua.
Dubbi:
a. lo farà come candidato a sindaco? O appoggerà altri?
b. se va da solo, contro il centrodestra, è sicuro di avere un seguito suo personale e dei suoi vicinissimi? Molti dei nominati che lo hanno seguito sembrano piuttosto – a vedere da lontano – generali senza truppe. E se poi qualcuno ha delle truppe è disposto a mandarle al sacrificio, corsi o ricorsi storici che siano, su un destino più incerto di quello del conto corrente di Sharon Stone alla Silicon valley bank?
c. tenendo presente che il centrodestra sembra proprio deciso a non averlo tra i suoi candidati potenziali (la “rosa” è ristretta a Masselli e Alessandrini), sfiderà la sua maggioranza di centrodestra in consiglio comunale? Finirà sfiduciato? Entrerà nel tritacarne del sindaco solo contro tutti? Dopo 31 cambi di casacca, per un clamoroso contrappasso dantesco, sarà lui a cambiarla?
Conclusione: in ogni caso, guardando la situazione col massimo della serenità possibile, per Latini è già avvenuto il delisting. Per l’alleanza di centrodestra non c’è più.
2.Il centrodestra porta in finale per candidato a sindaco Masselli (Fdi) e Alessandrini (Lega). La caparbietà e l’intuito politico di Zaffini (segretario regionale Fdi) hanno evitato che la nave dell’alleanza finisse contro gli scogli. Tiene Masselli, tiene il partito, con la minoranza Pace mai così vicina a lui. Caparvi (segretario regionale Lega) ha saputo cambiare cavallo al momento giusto. Ed è un merito.
Masselli e Alessandrini sono due “titoli” su cui si può investire. Deciderà Roma, in base ai più che legittimi pesi e contrappesi da usare in tutte le candidature in Italia.
3.Il centrodestra potrebbe essere costretto a un’ulteriore mediazione: Fratelli d’Italia potrebbe virare sull’assessore regionale Enrico Melasecche al posto della Alessandrini. Ma solo col placet romano della Lega. E con un secondo obiettivo: dare un senso a quel rimpasto di giunta regionale, così mal gestito, che ora, con Melasecche candidato sindaco a Terni, potrebbe aprire le porte all’ingresso della Eleonora Pace, senza spargimento di sangue politico. Caparvi sarà entusiasta di questa ipotesi? Mah. Provate a chiederglielo. Prima di acquistare “azioni Melasecche” meglio attendere.
4.Sul fronte centrosinistra la situazione è questa: Paolo Cianfoni, dipendente Confartigianato, si candida per gli Innovatori che hanno rinunciato a Diotallevi.
Il Pd ternano non intende muoversi dal professor Kenny. M5s e il non irrilevante gruppo Mascio vanno su Fiorelli. La moral suasion di Bori per un candidato unico sembra aver esaurito tutte le risorse. Ma il giovane segretario regionale Pd non demorde.
A vedere così qui sono tutti titoli “trash”. Ma ormai è partito, in tutti gli schieramenti, un gioco a chi si divide di più che alla fine potrebbe riservare delle sorprese.
5.Cosa resta? Azione va su Santino Rizzo e vuol contarsi. Masselli potrebbe far cambiare idea a Calenda e compagnia? Forse, ma non Melasecche. E, mi sa, neanche Alessandrini.
6.Finale con Bandecchi, il Trump di Livorno corre. Sicuri? I suoi dicono di sì, lui non fa che ripeterlo. Troppo? Come dicono i consiglieri di Borsa? Tenere.
Non sfuggirà a chi ha avuto la pazienza di seguirci che Terni, al momento, ha 6 candidati a sindaco e mezzo. Quello del centrodestra (Masselli o Alessandrini), tre (Fiorelli, Kenny, Cianfoni) dell’area centrosinistra, uno di Azione (Rizzo) e uno Bandecchi, più eventualmente il sindaco uscente se deciderà di fare il gran passo. Buone elezioni a tutti.